giovedì 27 ottobre 2011

Il peccato di padre GIlian 0

Quando Sorbone aveva comprato da quel sospetto mercante dal volto troppo magro e pallido quella boccetta di liquido verde, non aveva avuto alcun sospetto.
"Una potentissima pozione d'amore!" aveva detto, sibilando in maniera inquietante, il mercante. Nel mercato dello spazioporto di Kandiara IV si poteva trovare un pò di tutto, anche merce che il confessore Gilian avrebbe definito "non consona a un giovane fattore".
Già, perchè Kandiara era un mondo agricolo: solo campi, sterminati campi in ogni direzione e niente di meglio da fare se non arare, guardare zolle e maledetto grano o soia diventare maturo.
Ma Sorbone aveva altri progetti! Prima, avrebbe chiesto a Kiala se...! E poi una bella carriera nella Guardia Imperiale: per fare quattrini, vedere l'Universo...! Lui non era fatto per manovrare trattori!
Avrebbe fatto ben altro!
-Sorbone!- esclamò una voce secca, che conosceva bene, dietro di lui.
Sorbone scattò istintivamente, le spalle ingobbite, il collo tirato come una tartaruga.
-Padre Gillian!- rispose voltandosi e mettendo nella tasca più profonda del suo giaccone grigio la fiala.
-Sorbone, cos'era quella cosa che tenevi in mano?-
-Nulla!- rispose l'altro, colto in castagna.
-Fammela vedere!- ripetè imperioso padre GIlian.
Sorbone imprecò nella mente... e tirò fuori di malavoglia la fiala. Gilian la prese ed esclamò: -Sei stato di nuovo da quel venditore! Quando lo capirai che la tua anima potrebbe essere in pericolo?-
-La mia anima?! - esclamò Sorbone -Non mi dovete trattare come uno di quei contadinelli che passano la vita a tirar su acqua dai fossi, padre GIlian! La mia anima in pericolo! Questa è solo...!-
-Opera di stregoneria! - annaspò, colmo di sacro furore imperiale padre Gilian -La conserverò io! Altrimenti la tua anima potrebbe cadere vittima dei oscuri mostri della notte!-
-Ma..!-
-Silenzio! - e così detto si allontanò, lasciando Sorbone a imprecare tutti i brutti nomi dei primarchi e dell'Imperatore.
Ma padre Gilian non era così puro come poteva sembrare... egli represse un ghigno mefistofelico, mettendo nell'ampia manica del saio la boccetta. Peccato che neppure lui sapesse che quella non era bile demoniaca, come credeva, ma una rarissima droga Dark Eldar.
Acquistata e inserita in una bellissima boccetta gotica in argento e oro da Lady Malys per sua sorella minore Shara, la famosa piratessa pettanko (piatta come un asse da stiro, nda)(ma non bisogna dirglielo... molti hanno perso diversi arti a causa di un riferimento su "quel tavolo è troppo liscio..." detto innocentemente...), per motivi incredibili finì sul mercato nero. Shara non ha intenzione ovviamente di perdere il regalo di compleanno e per non deludere l'amata sorellona non si fermerà certo di fronte a un povero prete perverso residente su di un mondo popolato di scimmie (come gli oscuri considerano gli umani).
Il convento di San Germain su Kandiara IV sta per vederne di verdi!

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