Arianelle aprì di soprassalto gli occhi: un dolore acuto le trapassò il cervello.
L'ultima cosa che ricordava era un mare di fuoco e i volti grigi degli umani, nascosti dalle maschere potenziate... era viva? Sollevò una mano contro il viso: sì, quella era proprio la sua mano.
-Ti sei svegliata? - disse una voce vicino a lei.
Nella stanza di un bianco candore, priva di qualsiasi arredamento, che non pareva avere nè porte nè finestre, voltò la testa (era un letto quello, dove era distesa..?) e vide Malvar in piedi vicino a lei. Non aveva neppure avvertito la sua presenza.
-Sei ancora debole... - disse l'uomo, con quella perenne piega nella bocca, come una specie di sorriso sarcastico. Sarcasmo che quasi pareva essere rivolto sempre a sè stesso, piuttosto che al mondo -... è naturale che tu abbia quella faccia!-
-E che faccia... dovrei avere...? - rispose lei -Di una forse che non è morta quando avrebbe dovuto esserlo?-
-Non è ancora venuto il tuo tempo... sei una Veggente e tuttavia non capisci nemmeno questo? - la rimbeccò lui. Lui poteva permettersi di scherzare con la morte, perchè il tempio di Asurmen allevava soltanto guerrieri: e la guerra è il dominio della morte.
-Avete usato la Camera della Vita... - lo accusò, quasi, Arianelle.
-Tu e la vecchia Obaba ci avete guidato a lungo tra le stelle... - rispose Malvar -... noi abbiamo guidato te fuori dall'ombra della morte: non era la tua ora, te l'ho detto...!-
-Non potete usare l'energia del Motore Organico dell'Arcamondo in questa maniera! - protestò lei, facendo l'atto di alzarsi, ma non le riuscì. Era ancora troppo debole e il dolore nella testa aumentò.
Malavar ignorò la sua protesta e sempre rimanendo fermo dov'era, disse: -Contro chi vorresti protestare, in quelle condizioni?-
Arianelle fissò il soffitto bianco e per qualche minuto non rispose. Alla finde disse: -Dici che non era la mia ora... vuoi dire che...-
-Gli umani stanno arrivando in forze... - rispose Malavar -... sono arrivati quelli blu, in scatolati nelle loro armature... non riuscirò mai a capire perchè quella razza trovi tanto necessario coprirsi con tutto quell'acciaio... come se la morte potesse mai avere paura del ferro...-
Arianelle si alzò a fatica e disse; -Andiamo, dunque... non è giusto sprecare la poca energia che ci è rimasta, stando qui ferma a letto!-
-Andiamo? E dove? - fece Malavar, fintamente stupito -Non vorrai andare incontro agli umani, così conciata?-
-Malavar... - rispose Arianelle -... Saim Ham non combatte aspettando: il Serpente del Mondo attacca sempre per primo!-
Malavar sorrise astutamente, quasi come una volpe, o piuttosto, un lupo della steppa.
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