La veggente Arianelle fissava i resti fumanti dell'insediamento umano. La notte era per lei chiara come il giorno, ma non altrettanto chiari erano i fili del destino che si snodavano di fronte a lei. Una visione oscura infatti la tormentava: colossi grigi e creature dopo di quelli, e fuoco e acciaio, e nebulose di volti ghignanti.
Avevano viaggiato a lungo nel vuoto spaziale... perchè, proprio ora che avevano ritrovato un mondo che era stato generato (piante e acqua e animali) dalla sua tribù, eoni prima, un posto da chiamare "casa"... erano comparse quelle visioni?
Cosa significavano? Arianelle aveva vissuto troppo per non sapere che potevano significare seoltanto una cosa: "disgrazia e tragedia".
Un'ombra, fatta della stessa materia della notte, si mosse vicino a lei. Un arlecchino, quell'enigmatica razza che lei avrebbe voluto con tutte le forze chiamare "eldar" tanto quanto loro, emerse dal buio... luccicante e colorato come la festa di carnevale... come non aveva potuto vederlo avvicinarsi?
Lui, anzsi, lei, fece un breve inchino rispettoso, ma che contemporaneamente sembrò molto beffardo, e disse in un sussurro da sotto la maschera: -Alcuni vascelli della razza inferiore sono atterrati sul pianeta poche ore fa...-
-Vascelli? chiese Arianelle. Le immagini vorticanti della visione si riaffacciarono alla sua mente.
-Vascelli di quel bizzarro ordine che gli umani chiamano "Inquisizione"... sono donne... - forse sorrise sotto la maschera; per un Eldar i combattenti, maschi e femmine, erano la stessa cosa, ma per gli umani pareva di no; eppure esistevano interi ordini di donne guerriere... qualcosa di simile ai loro templi; l'arlecchina pareva trovare divertente tutto questo, apparentemente -... e uomini in grandi armature grigie...-
-Grige? - le fece eco la veggente. La sua visione aveva un qualche senso, in fondo.
L'arlecchina aggiunse: -Credo che stiano dirigendosi in questa direzione...-
Arianelle, sospirando tristemente, rispose: -Prepariamoci... domani l'Alba sarà tinta di rosso...-
L'arlecchina, non aspettandosi niente di meno, scivolò con un altro irrispettoso inchino indietro nuovamente nelle ombre.
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