martedì 23 ottobre 2012

A tale for the Demon Lord I

Seduto sul trono egli fissava le stelle. Non c'era nulla intorno a lui, solo vuoto sopra e sotto, e il manto nero perfetto del vuoto spaziale, punteggiato di rade stelle.
Il trono sembrava veleggiare nel vuoto, sospeso sopra (o sotto) abissi senza dimensione.
Egli meditava, le palpebre chiuse sopra gli occhi perennemente febbricitanti.
Poi una vano rettangolare si aprì alle sue spalle, come se si aprisse un foro nel vuoto nero: una fredda luce elettica disegnò la sagoma di una porta e una figura rimase immobile sulla soglia, rigida.
-Sei tu, ***?
-Sono io, mio signore! - rispose la donna.
Silenzio.
-Guarda! - disse l'uomo infine, senza aprire gli occhi -Non è maestoso il vuoto del cosmo? Sembra impossibile, ma ognuna di quelle piccole luci sostiene un mondo, e in quel mondo formicolano esseri viventi, alcuni anche intelligenti, che assomigliano a me e te, mia ***!
La donna non rispose; era difficile individuare le sue forme, era solo una silouhette nera contro la luce della porta sospesa nel vuoto.
-Ho avuto una visione... - disse allora l'uomo seduto sul trono, aprendo finalmente gli occhi -... di un mondo dalle aurore rosse, montagne colossali coperte di ghiaccio; e di un colosso di pietra e metallo che giace sotto caverne di cristallo!
-E noi cosa faremo, mio signore? - rispose la donna, con voce di ghiaccio, insensibile, senza emozioni.
-Punta la prora del Kurdaal verso quel pianeta! - disse l'uomo, improvvisamente attivo, pieno di forze. Si alzò dal trono in un solo movimento fluido, rivelando un corpo massiccio, stampato come nell'acciaio, ma agile come una belva del warp.
E scacciando con un ampio gesto della mano mosche invisibile, facendo volare come due ali di pippistrello il mantello nero, raggiunse la figura sulla soglia sospesa nel vuoto. Sotto di lui lo spazio, i suoi piedi camminavano nel vuoto, ma doveva trattarsi di una qualche illusione, di una proiezione fittizia dello spazio.
Strinse gli occhi per la forte luce quando fu di fronte alla donna e i suoi tratti divennero più chiari e netti; non era propriamente una "donna", perchè i suoi occhi senza emozioni e le orecchie di metallo (due parallelepippedi bianchi, percorsi da lampi elettrici) l'identificavano chiaramente come una automaton doll.
-Il pianeta Skaltrax! - disse l'uomo -Un demone giace sotto la superficie di quel pianeta, il futuro che ho visto me lo conferma!
-La pregherei di non commettere nuovamente imprudenze; la vostra raccolta di "cimeli" preistorici spesso ci conduce a disastri non indifferenti... - rispose l'automaton, impassibile -... ho perso ben 4 strati di corazzatura nell'ultimo scontro, sotto i colpi dei Figli di Russ... - con questo sottintendeva che la nave era lei stessa, la sua coscienza robotica fusa con il mega computer di bordo.
-Ahr ahr! - rise di cuore l'uomo, sebbene un cuore, di fatto, non lo avesse più da molto tempo -Anche tu sei una donna, alla fine, che ti preoccupi di non smagliarti la "pelle"?
-Mi preoccupo della nostra integrità strutturale, mio signore
-Un demone giace sotto il pianeta... - ripetè l'uomo -... si tratta dei resti, ancora una volta, della nostra legione distrutta, del nostro Impero! Le visioni me lo dicono, mentre mi consumano come febbre! Dobbiamo andare, e...

TRASMISSIONE INTERROTTA

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